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Blog a cura di Mimmo Fuggetti

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martedì 17 aprile 2012

PICCOLE BUGIE TRA AMICI

Un film di Guillaume Canet.
Con François Cluzet, Marion Cotillard, Benoît Magimel, Gilles Lellouche, Laurent Lafitte.
Commedia - durata 154 min - Francia 2010 - Lucky Red



Les petits mouchoirs arriva in Italia con due anni di ritardo, quando Jean Dujardin può già vantare la sua fama internazionale grazie al film The Artist, cosi come Marion Cotillard (Midnight in Paris, Inception) e François Cluzet (Quasi amici). Un cast d'eccezione quindi per un film che, in Francia, ha ottenuto un discreto successo.
Dopo una serata passata in discoteca, Ludo (Dujardin) tornando a casa, subisce un brutto incidente in moto e viene ricoverato d'urgenza in ospedale. Tutti i suoi più cari amici vanno a fargli visita, ma nonostante le gravi condizioni del loro caro compagno, decidono insieme di non rimandare la loro vacanza a Cap Ferret, dove Max (Cluzet) possiede a una grandissima villa.
Tale vacanza farà emergere tutti i segreti e le paure dei diversi personaggi, i quali subiranno una "metamorfosi" durante il film.
L'opera viene acclamata dalla critica italiana e presentato come un capolavoro d'altri tempi (anche la rivista Cinematografo lo esalta, azzardando un riecheggiamento truffautiano) e anche una fetta di pubblico sembra aver gradito il film.
Malgrado tali elogi, l'opera pecca di originalità: l'ipocrisia esistenziale che fa da vigile alle vite dei protagonisti del film è una cosa vista innumerevoli volte, soprattutto nel nostro cinema (e ricorda il cinema di Ozpetek). Il cast è un ottimo frullato di attori talentuosi, tuttavia i loro personaggi sembrano essere in cerca di un copione da seguire: allo sbando! Nonostante i 154 minuti, si fa fatica ad affezionarsi anche solo ad uno di loro; non assumono una personale caratteristica e appaiono assolutamente lunatici subendo continue mutazioni caratteriali.
Non mancano frasi ad effetto per far ridere (?) e/o piangere il pubblico ma anche in questo caso si assiste al solito cliché troppo scontato specialmente per noi italiani.
Il finale potrebbe salvare in qualche modo il lavoro di Canet, ma anche in questo caso l'elemento drammatico appare forzato e sbrigativo.
Nonostante adoro il cinema francese, mi sento in dovere di sottolineare la scarsissima qualità della sceneggiature di questo film e la pessima decisione di evidenziare le pubblicità (ogni 10 minuti compare un cartellone trasformando il film in una televendita, vedi Heineken, American Spirit, ecc).
In conclusione mi dissocio da tutti i critici italiani che hanno esaltato questo film e che lo stanno promuovendo come uno dei migliori film dell'anno. Ringrazio il cinema francese per le tantissime perle cinematografiche dell'anno (tra questi i già citati Quasi amici e The Artist), ma devo bocciare l'opera di Canet.
Miei cari critici italiani, aprite gli occhi e mettete da parte il vostro amore per la produzione francese senza falsi elogi. Sappiamo bene quanto questa pellicola sia lontana anni luce da altri capolavori, ma se volete continuare a mitizzare il cinema francese ad ogni costo fate pure: resteranno solo piccole bugie tra amici.

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