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Blog a cura di Mimmo Fuggetti

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giovedì 29 marzo 2012

THE RAVEN

Un film di James McTeigue.
Con John Cusack, Luke Evans, Alice Eve, Brendan Gleeson, Oliver Jackson-Cohen.
Thriller, durata 111 min. - USA, Ungheria, Spagna 2012. Eagle Pictures.




Le ultime giornate di Edgar Allan Poe sono effettivamente un mistero per tutti.
James McTeigue, dopo averci profondamente segnato nel 2005 con V for Vendetta, ci riprova oggi a riesumare quell'atmosfera cupa che ricorda un mix di pellicole cinematografiche, una su tutte: From Hell.
Nessuno sa, quindi, quale sia la causa della morte del grande Poe, di conseguenza un John Cusack, dalla medesima espressione facciale, prova ad incarnarlo con scarso successo.
Da qui comincia il film: ci troviamo nel 1849, Baltimora, dove E. A. Poe vive in pessime condizioni economiche e perennemente con una bottiglia alcolica in mano. Nel buio della sua essenza, l'unico spiraglio lucente è Emily, giovane, affascinante, ricca e figlia di un ex militare ormai in pensione. Una delle tanti notti in cui Poe elemosina qualcosa da bere nei locali di Baltimora, la polizia trova i cadaveri di due donne (madre e figlia) e il detective Emmett Fields si accorge che, nella scena dell'omicidio, vi sono diverse similitudini con il racconto I delitti della Rue Morgue. A questo punto viene chiamato inesorabilmente in causa lo stesso Poe che, cercando di dare una mano al detective, si improvvisa Sherlock Holmes (altro film palesemente scopiazzato cercando di sfruttare il recente successo ottenuto dalle pellicole di Guy Ritchie).
Sono tante le note storte di The Raven: si ha la sensazione di trovarsi davanti ad un frullato di pellicole già viste (From Hell, Saw, Sherlock Holmes, Seven e l'atmosfera evoca la filmografia Burtoniana); la deludente performance di Cusack convinto di risolvere ogni situazione con la stessa mimica facciale da cane bastonato; un mistero facilmente intuibile se si pensa alla radice degli omicidi, forse meglio concentrarsi su altri aspetti del film per evitare di rimanere palesemente delusi nel finale.
Dimenticate quindi V for Vendetta: Alice Eve non è Natalie Portman, non si tratta di lotta per la libertà, nessun 5 novembre da ricordare.
Malgrado tutte le critiche possibili sull'opera, si tratta proprio di ricordare quella traccia autoriale che McTeigue aveva lasciato con quest'ultima pellicola citata del 2005. Maschere, sottile linea di confine tra finzione e realtà, vendetta e ancora letteratura (che si tratti di poesia o fumetto).
I personaggi nati dalla penna di Edgar Allan Poe prendono vita e si ibridano con l'autore stesso, il quale si ritrova a fondersi tra i suoi scritti che sembrano prender vita in un "sogno nel sogno". Il faccia a faccia finale con l'assassino è degno di nota, in quanto rappresenta l'emblema cinematografico di un autore che calca la mano sulla rappresentazione del racconto filmico. Se V for vendetta è diventato un vero e proprio movimento politico ai giorni nostri, The Raven riprende lo stesso filone: la finzione carica di tensione nata dagli scritti di Poe prende vita come la maschera di V. In una società che conduce inesorabilmente alla follia, dove l'unico auspicio che possiamo farci è lo stesso che si augura lo scrittore e cioè che questo non accada "mai più".

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