La mia invenzione è destinata a non avere alcun successo commerciale.

Louis Lumière

Cerca recensione

Benvenuti su CineCritica!

Uno spazio su cui leggere le recensioni di nuove e vecchie pellicole uscite in sala.
Blog a cura di Mimmo Fuggetti

TORNA ALLA HOME PAGE

mercoledì 24 luglio 2013

SE IL NANO DA UNA MANO: L'IMPORTANZA DELLA FIGURA DEL NANO NELLE SERIE TV

Come direbbe Tarantino: "sono i dettagli a fare la differenza". Stiamo parlando di qualcosa che a prima vista potrebbe sfuggire e che magari i più acuti riescono a cogliere.
Piccolo, eppure d'impatto: la figura del nano nelle serie televisive diventa ogni anno più frequente. 
Da dove si potrebbe cominciare? Ah si, partiamo dalla svolta avvenuta nel mondo delle serie tv, quando ad un autore cinematografico venne la folle idea di sperimentare le sue potenzialità attraverso la tv, dando più spazio alle sue visioni, ai suoi enigmi: stiamo parlando di David Lynch. 
Twin Peaks, infatti, in un certo senso anticipa tutte le altre serie che hanno sfruttato questa tipologia di personaggi. Nel caso seriale made in Lynch, il nano "danzante" appariva in un sogno, dettaglio di importanza notevole se si considera la sua collocazione fittizia o metafisica, se vogliamo. Il nano di Twin Peaks fa da pendolo nella sfida tra il bene e il male e ancor più che nella serie televisiva di Lynch, questo ruolo viene assunto anche da un'altro nano in un'altra opera seriale ideata da Daniel Knauf: Carnivàle. Quest'ultima, sicuramente meno fortunata della precedente, è una serie ambientata nell’America degli anni Trenta e narra le vicende di una compagnia circense nella quale figura un fuggiasco di nome Benjamin Hawkins. Il ragazzo possiede il dono di donare la vita o la morte ed è spesso turbato da sogni profetici, in cui compare l’inquietante figura di un prete metodista, Padre Justin Crowe. Ma tralasciando il resto della storia, indovinate un pò a chi era affidato il comando della compagnia circense? Si, un nano, ma non uno qualunque, si tratta dello stesso che compariva in Twin Peaks (Michael J. Anderson). Proseguendo sulla stessa scia, si arriva alla fortunatissima serie televisiva Streghe, dove le sexy sorelle Halliwell sono alle prese ancora una volta in uno scontro tra il bene e il male e di volta in volta si ritrovano catapultate in diversi paesaggi fiabeschi e anche in questo caso, la figura del nano è sempre presente (vedi l'arcobaleno che compare con i bastoni dei nani).
Ma proviamo a spingerci verso i giorni nostri e ad analizzare le serie cult del momento. 
Ci troviamo nell'era digitale, dove ogni puntata è ormai alla portata di un semplice click, quindi più che di serie televisive, siamo ben consapevoli di parlare di "serie streaming". Dove voglio arrivare? Oggi le serie tv si sono moltiplicate e ognuna di loro si caratterizza per alcuni tratti originali e d'impatto. Le major sfornano nuovi prodotti seriali in continuazione e la gente è arrivata a seguire più serie contemporaneamente proprio grazie alla sua semplicissima reperibilità. Tra gli innumerevoli prodotti seriali partoriti negli ultimi anni, spiccano due titoli interessanti che rientrano perfettamente nella nostra analisi: Once Upon a Time e Game of Thrones. Nel primo caso l'atmosfera fiabesca è espressamente visibile trattandosi dei personaggi delle fiabe che vengono catapultati nel mondo "reale" a causa di un sortilegio fatto dalla regina cattiva di Biancaneve (ma guarda un pò, proprio lei). Di conseguenza, essendo l'amatissima Snow White una delle protagoniste della serie, risulta quindi fondamentale l'aiuto dei sette nani. 
Nel secondo caso, invece, ci troviamo davanti ad una atmosfera decisamente più mitologica, dove la figura del nano (Peter Dinklage, che comparve anche in Nip/Tuck) viene accostata a quella della "pecora nera" della famiglia dei Lannister.
Sarà un caso, o forse no, ma i nani oggi risultano sempre più frequenti nei prodotti seriali. 
Piccoli come dettagli (tornando alla citazione tarantiniana), saranno proprio loro a fare la differenza?