La mia invenzione è destinata a non avere alcun successo commerciale.

Louis Lumière

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Blog a cura di Mimmo Fuggetti

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lunedì 17 marzo 2014

THE GRAND BUDAPEST HOTEL

Un film di Wes Anderson.

Con Ralph Fiennes, F. Murray Abraham, Mathieu Amalric, Adrien Brody, Willem Dafoe,
Jeff Goldblum, Harvey Keitel, Jude Law, Bill Murray, Edward Norton, Saoirse Ronan, Jason Schwartzman, Léa Seydoux, Tilda Swinton, Tom Wilkinson, Owen Wilson
Commedia - durata 100 min. - USA 2014.

Ci risiamo. Wes Anderson torna con una nuova opera caratterizzata dal suo stile inconfondibile. Il protagonista dell'ultima pellicola del regista texano si chiama Monsieur Gustave, direttore del Grand Budapest Hotel collocato nell'immaginaria Zubrowka. Ha un rapporto privilegiato con Madame D. che gli affida un preziosissimo quadro. In seguito alla sua morte, il figlio Dimitri accusa M. Gustave di averla assassinata. L'uomo finisce in prigione. La complicità che lo lega al suo giovane "Lobby Boy" (immigrato) Zero gli sarà di grande aiuto.
Creatore di mondi qual'è, il regista texano questa volta si cimenta in una pellicola dai toni squisitamente classici (l'ironia di Ernst Lubitsch) confezionata dalle sue geometrie. I movimenti di macchina, la fotografia, le musiche, il cast (che continua ad allargarsi come fosse una squadra che acquista nuovi componenti), sono tutti elementi che ormai caratterizzano un autore che si è formato e che continua ad evolversi pellicola dopo pellicola. Tanti sono gli attori che prendono parte in The Grand Budapest Hotel, che, come le innumerevoli stanze dell'albergo, compongono con una perfetta simmetria un'opera che ci regala altissimi momenti di cinema (come la fuga dalla prigione e la sparatoria nell'albergo). 
Ciò che contraddistingue l'opera in questione, cosi come tutto il cinema di Wes Anderson, è la magia del reale che viene immersa nella finzione più estrema. La storia viene raccontata attraverso un lungo flashback. Salti nel tempo nell'immaginario, con personaggi surreali che compongono un quadro squisitamente ironico e dal valore inestimabile.
Wes Anderson si conferma quindi un autore abilissimo nel ricreare nuovi scenari dove immergerci per riuscire finalmente a vedere un cinema diverso, fatto di simmetrie e richiami ad un passato che rinviene sotto mentite spoglie. Il gusto per il vintage e le scenografie color pastello delineano i movimenti di Ralph Fiennes (straordinario nei panni di M. Gustave) & Co.. 
Come le precedenti opere, anche The Grand Budapest Hotel, si caratterizza per la sua collocazione in un tempo che non ha tempo, i personaggi senza età, adulti che non sono adulti e bambini che si comportano da adulti, tutti elementi che ci trasportano (senza soffermarci a pensare che quella che stiamo guardando è una realtà fantastica) in un mondo che è puro cinema.