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Louis Lumière

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Blog a cura di Mimmo Fuggetti

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martedì 25 ottobre 2011

A Dangerous Method:un regista dalle maniere forti.

L'ultima frase di A Dangerous Method è particolarmente significativa per la comprensione dell'opera e dell'autore stesso: "Talvolta bisogna compiere qualcosa di imperdonabile per continuare a vivere!". Si potrebbe rapportare la frase pronunciata dal filosofo Jung allo stesso Cronenberg. Il regista, infatti, sceglie di sperimentare un campo nuovo, una storia che riguarda una violenza psicologica più che fisica (come invece avevamo avuto modo di vedere nelle due recenti pellicole del regista). La scelta che egli compie infatti è decisamente azzardata: approdare ad una storia vera riadattata ad un testo teatrale per descrivere le violenze subite da Sabina Spielrein (interpretata da una Keira Knightley forzata quando deve mostrare la sua schizzofrenia) inflittele dal padre. Sabina viene quindi mandata da sua madre in cura dal giovane medico Jung che a sua volta, venera il filosofo Freud interpretato da Viggo Mortensen. La storia ruota attoro ad una morale particolarmente implicita, non facile da captare ad una prima visione ma che rimane comunque una forte componente della poetica cronemberghiana: per salvare qualcuno deve rimetterci qualcun'altro. Cronemberg sceglie quindi di salvare la pelle, in quanto sarebbe stato forse troppo rischioso per lui raffigurare nuovamente una pellicola che si accostasse alle ultime due (errore che diversi cineasti hanno commesso di recente, vedi Tim Burton con "Alice in Wonderland"). Di conseguenza, porta sul grande schermo qualcosa che risulta decisamente innovativo agli occhi degli spettatori. Chi si aspettava infatti lo stile che ha contraddistinto questo cineasta è uscito dalla sala profondamente deluso, ma chi è andato al cinema per constatare la crescita e la qualità indiscussa di un autore che riesce a stare al passo con i tempi, non ne rimarrà di certo scosso. La scena cult che vede nuda la Knightley( e di cui tanto si è discusso) resta li, bella da ammirare come una fotografia scattata da un grande artista, ma lontana anni luce dalla sequenza girata nella sauna con Viggo Mortensen in A History of Violence. Nota positiva: un Vincent Cassel che stravolge ogni ritmo, appare pochi minuti durante la pellicola quanto basta per risollevare l'attenzione di qualche spettatore che comincia a sbadigliare in sala (peccato vederlo per cosi poco tempo). A dangerous Method, quindi, risulta un'opera ben riuscita ma con qualche nota storta che non va giu ad una fetta di pubblico. Cronemberg è sempre stato un autore con le idee chiare, rifiutando blockbuster e girando pellicole che si sono ritagliate un posto nella storia del cinema e sotto questo punto di vista possiamo appoggiare la scelta dell'autore che alla fine del film sembra volerci dire: scusatemi, questa volta ho salvato la pelle, ma chi ci ha rimesso siete stati voi.

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