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Blog a cura di Mimmo Fuggetti

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martedì 28 gennaio 2014

THE WOLF OF WALL STREET

di Martin Scorsese

con Leonardo DiCaprio, Jonah Hill, Margot Robbie, Matthew McConaughey, Kyle Chandler.

Biografico - 180 min. 
USA 2013.


One Step Beyond per Martin Scorsese. Dopo l'acclamato Hugo Cabret infatti, il cineasta italo-americano torna a regalarci le atmosfere che l'hanno reso celebre, quelle da "bravi ragazzi", per intenderci. Tutto il cinema di Scorsese ricompare in The Wolf of Wall Street (ottenendo ben 5 nomination all'Oscar)Sembra di rivedere Joe Pesci (in chiave moderna) in Jonah Hill, Ray Liotta negli sguardi in camera dello straordinario Leonardo DiCaprio (alla quinta collaborazione con Scorsese), la fame del lupo come quella di De Niro in Toro Scatenato. 
La pellicola racconta la vera storia di Jordan Belfort (basato sul romanzo omonimo dello stesso Belfort) che, dal 19 ottobre 1987, giorno del grande crac di Wall Street, da inizio alla sua esplosiva, maniacale e spregiudicata corsa verso il successo, l'individualismo sfrenato ed una corruzione che va oltre ogni limite, finché un agente federale non comincia ad indagare prepotentemente su di lui e sul suo operato. 
Si ritorna sul pianeta terra quindi, dopo "le voyage dans la lune" nella precedente pellicola scorsesiana e si ritorna ad un cinema fatto di trasgressioni (sesso, droga, eccessi di ogni tipo). Il passo indietro fatto da Scorsese disegna uno studio quasi antropologico sull'avidità umana attraverso l'economia americana. Conoscendo bene il "colore dei soldi", l'autore in questione ci descrive l'eccesso, in ogni sua forma, quel desiderare ossessivamente, ogni volta, qualcosa in più. Tante sono le citazioni, i richiami al suo (e non solo) vecchio cinema e quella voglia di evidenziare costantemente lo spreco americano. Non è di certo un caso la presenza di Jean Dujardin, francese doc, quasi a rappresentare il buon cinema uscito negli ultimi anni nel continente europeo, o ancora, la comparsa dei marinai italiani che dopo il salvataggio sono pronti a far festa sulle note di Gloria di Umberto Tozzi. 
Si avverte la sensazione che Scorsese abbia voglia di denunciare la scarsa qualità del cinema hollywoodiano caratterizzato dall'eccesso, rapportandolo al successo riscontrato negli ultimi anni da parte del cinema europeo. Ma più in generale si tratta di una denuncia al mondo odierno, caratterizzato dal consumismo e dalla corruzione. L'urlo quasi disperato è raffigurato in un rallenti magistrale, come solo lui sa fare (sin dai titoli di testa di Toro Scatenato), che enfatizza questa voglia di rallentare, fermarsi per un attimo e ragionare (anche sulla vendita di una semplice penna). 
The Wolf of Wall Street (o se preferite Goodfellas 2.0), in conclusione, può essere definito come una una sorta di Best Of per il regista italo-americano. Un opera che racchiude tutta la maestria di un autore che non sbaglia un colpo e che con un pizzico di nostalgia ci ricorda che "eravamo bravi ragazzi, ragazzi svegli". 

1 commento:

  1. la definizione di best of ci sta. qui dentro c'è davvero tutto il meglio di scorsese!

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