La mia invenzione è destinata a non avere alcun successo commerciale.

Louis Lumière

Cerca recensione

Benvenuti su CineCritica!

Uno spazio su cui leggere le recensioni di nuove e vecchie pellicole uscite in sala.
Blog a cura di Mimmo Fuggetti

TORNA ALLA HOME PAGE

martedì 15 gennaio 2013

VITA DI PI

di Ang Lee.

Con Suraj  Sharma, Irrfan  Khan,  Tabu,  Rafe  Spall,  Gérard  Depardieu, Adil  Hussain.


Avventura, Drammatico - Durata 127 minuti - USA, 2012.

Tratto dal celebre romanzo di Yann Martel, il pluripremiato regista Ang Lee riabbraccia la natia Taiwan. L'autore decide di sperimentare per la prima volta il 3D, regalandoci inquadrature straordinarie tra oceano e cielo, tra la terra e l'altrove. 
Il progetto di Vita di Pi esiste già da circa dieci anni e solo oggi approda nelle sale di tutto il mondo. L'opera narra le vicende di  Pi Patel, figlio del guardiano dello zoo di Pondicherry, in India, che con la famiglia si sta trasferendo in Canada, a bordo di una nave da carico. Superstite di un tragico naufragio, Pi si ritrova alla deriva nell'Oceano Pacifico, su una scialuppa di salvataggio, in compagnia di una enorme tigre del Bengala chiamata Richard Parker per errore. Il romanzo, cosi come il film, fortunatamente non trasforma il feroce felino nel miglior amico dell'uomo come spesso accade in tante opere cinematografiche, ma lascia l'enorme difficoltà di affrontare un viaggio nel bel mezzo dell'Oceano Pacifico in compagnia di una minaccia costante come una tigre del Bengala. Più volte menzionato nel film è il tema della religione, o meglio delle religioni, le quali vengono tutte prese in considerazione e coltivate con amore da parte del protagonista Pi. Egli infatti non crede in un unico Dio, ma amplia le sue conoscenze religiose approfondendone molteplici tipi. L'Expedition di Pi viene da lui stesso raccontata ad uno scrittore, il quale ne rimarrà affascinato e incredulo. 
Non mancano le tantissime citazioni cinematografiche: sembra di ripercorrere le avventure di Tom Hanks in Cast Away (dove il protagonista stringe una forte amicizia con una palla, mentre nel caso di Pi si tratta di una tigre, forse l'unica a permettergli di trovare le forze per affrontare questo lunghissimo viaggio), l'inquadratura su sfondo bianco nel finale del film ricorda a tratti l'Alex di Arancia meccanica per alcuni risvolti che il film prende nel proseguo della trama. 
Degni di nota sono i raccordi presenti nell'opera, il montaggio merita di essere menzionato, cosi come gli straordinari effetti visivi che fanno di Vita di Pi un film sublime anche da un punto di vista prettamente visivo. 
Il regista taiwanese porta quindi sul grande schermo un'opera che si prende le sue undici nomination all'Oscar di quest'anno (tra queste miglior film, regia, sceneggiatura non originale) e disegna una parabola ascendente sulla vita e sulla spiritualità, natura e cultura, fede e scienza, credere o non credere. Infondo è questo l'interrogativo di Vita di Pi: bisogna decidere da che parte stare, schierarsi verso uno dei due fronti, se la realtà o l'irrazionalità, il possibile o l'impossibile. Tirando le somme anche questo stesso film sembrava non dover più prender vita, eppure eccolo qui, pronto a lasciarci a bocca aperta e attraverso le nostre bocche sarà possibile percepire questo straordinario universo cinematografico creato da uno dei maestri contemporanei del cinema. Basta semplicemente crederci. 

3 commenti:

  1. il progetto esiste da circa 10annni.io da 50nni

    RispondiElimina
  2. si credere nel rapporto uomo-natura, nell'uscire dalla banalità del quotidiano nella quale ormai siamo salvati ma anche rinchiusi a vita, nella perdita di una profonda religiosità, sono tanti i temi sollevati,mi ha colpito tanto vedere in quanti luoghi e continenti sono state girate le scene e il desiderio di vedere un altro film delle fasi di produzione.mario morabito,salerno.

    RispondiElimina