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Blog a cura di Mimmo Fuggetti

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mercoledì 11 gennaio 2012

J. EDGAR

di Clint Eastwood,
con Leonardo DiCaprio, Naomi Watts, Armie Hammer, Josh Lucas, Judi Dench.
Durata 137 min. - USA 2011



J. Edgar non è un film sulla vita di J. Edgar, bensì sulla vita che avrebbe voluto avere. Quest'opera targata Clint Eastwood si accosta alla precedente pellicola del maestro hollywoodiano (Hereafter) il quale cerca, invano, di tornare su quei passi che l'hanno reso celebre dietro la macchina da presa. Siamo, infatti, lontani anni luce dai capolavori di Mystic River e Million Dollar Baby.
La storia narra le vicende di J. Edgar Hoover (interpretato da uno straordinario Leonardo DiCaprio), il quale viene nominato capo dell'FBI dal presidente Coolidge e, da questo momento in poi, resterà al servizio di ben otto presidenti americani. Edgar vive con la sua affezionatissima madre, la quale non accetterebbe mai l'omosessualità di suo figlio. La scalata al successo di J. Edgar Hoover viene raccontata in 137 minuti, menzogna dopo menzogna, elementi troppo poco soddisfacenti per reggere un'opera di un regista dal calibro di Clint Eastwood.
Troppi presidenti quindi, troppa la durata di un film che non conduce da nessuna parte. L'unico risvolto drammatico dell'opera riguarda il suo non rapporto d'amore con il fedele Clyde Tolson. Altra nota storta è rappresentata da un DiCaprio (ma non solo lui) invecchiato male con la voce che sembra rimanere costante nel tempo, quasi rappresentasse la parodia di se stesso.
La mano dell'autore c'è e viene apprezzata per tutta la durata della pellicola, attraverso un ottima scelta stilistica, i salti temporali sono rappresentati in maniera impeccabile attraverso l'utilizzo di raccordi impercettibili, il film è pieno di riferimenti cinematografici (vedi la citazione a Nemico Pubblico), anche le interpretazioni di tutto il cast sono di alto livello.
L'elemento che non convince (probabilmente quello più importante) è la scelta di un soggetto (la storia di J. Edgar) interessante si, ma non per questo pronto per il grande schermo. Eastwood questa volta non ha pensato a come l'Europa intera e non solo (anche parte dell'America stessa) si sia potuta annoiare a vedere un'opera prettamente americana, specie se viene trasfigurata del tutto, come in questo caso.
Rimandato, quindi, l'appuntamento con un nuovo capolavoro di uno dei maestri contemporanei del cinema, il quale continua a decorare le sue opere di moralità; forse Clint dovrebbe sospendere lo sventolamento della sua bandiera e dedicare il suo talento ad altre storie che potrebbero toccare il mondo intero più da vicino: dopotutto noi abbiamo bisogno di lui, dei suoi soggetti più avvincenti, noi abbiamo bisogno di un milione di dollari, baby!

2 commenti:

  1. D'accordo con te ... il "problema" è che non penso possa tornare a regalarci opere di quel calibro, di quella potenza. Non lo biasimo, non posso, dal 2003 al 2008, in soli 5 anni, ha fatto la storia del cinema recente, è entrato di diritto nell'albo dei più grandi, con sei film, sei perle preziose, mi ha cambiato la vita, non posso arrabbiarmi più di tanto se adesso non riesce o non vuole fare più film del genere. Va bene così, sono e resterò sempre eastwoodiano!!!

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  2. Anch'io sono letteralmente innamorato del cinema di Eastwood. Dopo aver visto questo film sono uscito dalla sala con l'amaro in bocca, mi aspettavo qualcosa in più.

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