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Louis Lumière

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Blog a cura di Mimmo Fuggetti

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martedì 3 gennaio 2012

THE ARTIST

Un film di Michel Hazanavicius.
Con Jean Dujardin, Bérénice Bejo, John Goodman, James Cromwell, Penelope Ann Miller. Drammatico.
Durata 100 min. Francia 2011



Nell'era in cui tutto è già stato scritto, già stato detto e addirittura già stato girato, nasce l'ultimo capolavoro cinematografico targato Michel Hazanavicius: "The Artist".
L'opera si contraddistingue per la scelta stilistica riportando nelle sale cinematografiche il cinema muto. Acclamato dalla critica e con ottime impressioni di pubblico, questo film francese si ritaglia (in punta di piedi) uno spazio tra le opere più belle di tutti i tempi, lasciando un'impronta importante che consente agli spettatori un' immersione nei tempi passati, quando la più grande funzionalità dello stesso cinematografo era quella di far immergere in un mondo tutto nuovo i suoi spettatori.
La storia racconta le vicende di George Valentin, una star del cinema muto. I suoi film variano dal genere avventuroso a quello romantico e riempiono le sale di tutto il mondo. L'inizio vero e proprio di questa pellicola si inaugura con l'entrata in scena del personaggio femminile, una giovane aspirante attrice che si avvicina a George (all'uscita da una prima) e si fa fotografare sulla prima pagina di Variety abbracciata alla star. Successivamente la giovane ragazza diverrà una ballerina e, dopo aver nuovamente ballato con Valentin, si ritroverà sul set di un film dove inizierà la sua carriera cinematografica. Da quel momento in poi, il nome d'arte della giovane ragazza comparirà fuori da tutte le sale cinematografiche: Peppy Miller è la nuova star. La sua carriera verrà agevolata dall'avvento del sonoro, evento che porterà George Valentin ad uno stato di meteora.
L'esperimento azzardato dal regista Hazanavicius vince e convince le platee. Attraverso diverse didascalie, è possibile riscontrare il suo tentativo nel voler sottolineare quanto il cinema abbia bisogno di un ritorno alle origini. "Spazio al nuovo, via il vecchio" dice la Miller, ma in realtà è proprio un procedimento opposto quello che l'autore compie nella sua opera (probabilmente riferendosi al 3D). Suggestivi anche i titoli di testa in perfetto stile noir, cosi come le musiche che coinvolgono i vari generi che hanno fatto la storia del cinema (dallo slapstick al musical). Non mancano tentativi di sperimentazione da parte del regista: alcune sequenze caratterizzano questo suo mash up tra vecchio e nuovo e lo fanno dando vita ad un capolavoro senza precedenti. Azzardando un accostamento: cosi come Wells scavalcava con la sua macchina da presa quei cancelli di casa Kane, anche Hazanavicius decide di dare una svolta positiva all' ambito cinematografico, facendo "parlare" nuovamente i personaggi in sala cosi come avevano cominciato, scavalcando quelle barriere istituzionali che caratterizzano ogni pellicola presente in sala da ormai ottant'anni.
In conclusione, non mi resta che augurarvi la buona visione di un film che non vi promette la solita traccia sonora, ma si fa sentire più di qualunque altro.

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