La mia invenzione è destinata a non avere alcun successo commerciale.

Louis Lumière

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Blog a cura di Mimmo Fuggetti

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sabato 19 maggio 2012

MOLTO FORTE, INCREDIBILMENTE VICINO

Un film di Stephen Daldry. Con Tom Hanks, Sandra Bullock, Thomas Horn, Max von Sydow, Viola Davis. Drammatico, durata 129 min. - USA 2012. - Warner Bros
Ci troviamo ancora davanti ad una narrazione inerente alla grande tragedia (l'11 settembre), eppure questa volta Stephen Daldry decide di entrare nell'intimità della gente che è stata colpita dalla catastrofe. Fuori concorso alla 62ma Berlinale, il film di Daldry (trattamento del romanzo di Jonathan Safran Foer) colpisce dritto al cuore dello spettatore e la chiave della riuscita del film si chiama Oskar (Thomas Horn), un bambino di 9 anni protagonista dell'opera. Thomas (Tom Hanks) padre di Oskar è una vittima dell'attentato alle torri gemelle e la sua scomparsa causerà un vuoto incolmabile nel protagonista del film, il quale rimarrà pieno di sensi di colpa per l'accaduto. Questo cambio status di Oskar ci condurrà verso una grande avventura in perfetto stile Forrest Gump (il viaggio intrapreso dal protagonista e i personaggi che incontrerà lungo la sua corsa verso lo svelamento della verità sembra far riecheggiare le stesse vicende già viste col personaggio di Forrest, non è un caso che Tom Hanks sia anche in questo film). Partendo dal ritrovamento di un biglietto lasciato dal padre con una chiave e con scritto "Black", il giovane Thomas Horn partirà alla ricerca del significato di quella chiave: servirà incontrare tutti e 472 i Black di New York? quale porta aprirà quella chiave? Chi e cosa dovrà cercare? I personaggi dell'opera sono ben definiti tranne quello della madre del piccolo (Sandra Bullock) alla quale servirà più tempo per uscire allo scoperto. Il più misterioso e bizzarro è sicuramente l'inquilino che vive in casa di sua nonna, un vecchietto che ha perso la parola diverso tempo fà. I due si uniranno per la ricerca del significato di quella chiave. Max von Sydow questa volta gioca una partita a scacchi con l'impossibilità di risolvere ciò che può definirsi irrisolvibile, eppure grazie al coraggio e la caparbia del piccolo Oskar riuscirà a vincere la sua partita. Molto forte, incredibilmente vicino è un film che altalena momenti di grande abilità registica e infinita retorica che comporta il "pianto facile". Messaggi che rimandano ad altri messaggi, metafore che rimandano ad altri significati: il telefono squilla molto forte durante il fattaccio (Tom Hanks vuole parlare con suo figlio), Oskar è lì, incredibilmente vicino, eppure non ha il coraggio di alzare la cornetta. Stephen Daldry dopo l'ottimo The Reader prova a leggerci un fantastico romanzo aggiungendoci le sue indiscusse abilità, ma il film sprofonda nell'abisso retorico con lo sfondo del "giorno più brutto", come se ci fosse bisogno di riportare quelle immagini per far scendere giù la lacrima sul viso degli spettatori. Ottima l'interpretazione di Thomas Horn e con un Max von Sydow da Oscar, l'opera riesce a sprigionare la sua anima attraverso l'accostamento di questi due personaggi regalando altissimi momenti di cinema come la scena in cui i due si nascondono dietro una siepe dopo aver citofonato all'ennesimo Black. Tirando le somme: Daldry ci conferma di avere la chiave per il successo, riuscendo a trovare puntualmente la serratura giusta, ma questa volta, dopo aver aperto la porta, ciò che c'era dentro ci lascia perplessi.

venerdì 4 maggio 2012

American Pie: Ancora insieme

Un film di Jon Hurwitz. con: Hayden Schlossberg. Con Jason Biggs, Alyson Hannigan, Thomas Ian Nicholas, Tara Reid, Chris Klein, Seann William Scott, Eugene Levy. Commedia, durata 113 min. - USA 2012. - Universal Pictures
Sono passati tredici anni dall'uscita del primo American Pie ed oggi la classe del '99 si ritrova per un week end dalle folli avventure, proprio come succedeva una volta. Considerando questo il quarto capitolo della saga (senza contare i diversi film che hanno sfruttato il fortunato titolo ma che non comprendono il cast originario), i personaggi di American Pie tornano in sala e promettono di far ridere ancora il loro pubblico. Nonostante le diverse gag che sicuramente funzionano anche a distanza di tredici anni, il film resta allacciato al solito moralismo americano, dall'happy ending forzato e cenni di volgarità gratuita. Se nel primo capitolo della saga bastava una semplice torta per far ridere gli spettatori presenti in sala, adesso questo non basta piu' secondo gli sceneggiatori del film. La scena della padella non funziona, la seconda parte del film (come tutti gli American Pie precedenti) resta aggrappata alla solita soluzione dei problemi dalla commozione minima e inutile. Il marcio presente in quest'ultima fetta di torta promessa da Shlossoberg è che non ci lascia alcuna scena cult da poter ricordare e da far si che la pellicola resti un'impronta negli anni a venire. Poco spazio ai personaggi femminili, fatta eccezione per la brava Alyson Hannigan. Tuttavia non mancano sprazzi di risata che rimandano indietro negli anni quegli spettatori legati e cresciuti con questa saga. Probabilmente la riuscita di tale comicità è dovuta alla scelta di ritagliare uno spazio maggiore ai personaggi di Stifler e del padre di Jim. Lo stesso Jim non smette di stupire i suoi fan, riuscendo ancora, a distanza di anni, a trovarsi in situazioni imbarazzanti e confermando il suo personaggio. American pie: Reunion è in definitiva un film nostalgico, che ci porta indietro nel tempo questa volta nei panni di personaggi cresciuti che non potranno piu' vivere la loro spensierata giovinezza come allora. Riesumati i loro vecchi desideri, i protagonisti del film si accorgeranno di non esser cambiati poi così tanto e che nonostante le difficoltà della vita, la loro amicizia resta comunque un punto di forza, un ancora sul quale fare affidamento nonostante le avversità che si presentano nel loro percorso vitale. Malgrado la locandina italiana porta lo slogan "l'ultimo pezzo è sempre il migliore" non ci sentiamo di questo avviso, in quanto i primi due capitoli restano quelli insuperabili e cult, comunque quest'ultimo pezzo di torta resta buona come i precedenti ed è sicuramente piu' buono del terzo (Il matrimonio). In definitiva: i fans apprezzaranno quest'ultimo capitolo proprio grazie alla nostalgia, però se Jason Biggs e compagni promettono di non aspettare altri tredici anni per rivedersi ancora ma di rifarlo ogni anno, risponderemo loro che non presenzieremo alle prossime reunion, perché verrebbe a mancare l'unico elemento che rende possibile la riuscita del film.