di John Carpenter
con Kurt Russell, Shelley Winters, Season Hubley
Genere: Biografico
Durata: 157 minuti
USA – 1979.
Sono passati 40 anni dalla morte di Elvis Presley. I tentativi di raccontare il mito sono innumerevoli, sotto molteplici forme d'arte. Una su tutte, il cinema. Probabilmente perché, dopo la musica, essa è stata quella prediletta dal Re del Rock. Tra gli ultimissimi tentativi, Elvis appare nella serie televisiva Sun Records (diretta da Roland Joffé, trasmessa dalla CMT nel 2017) accanto a Jerry Lee Lewis, Johnny Cash e Carl Perkins, quello che venne definito il Million Dollar Quartet. Andando indietro, nel 2005 la CBS trasmise in due puntate Elvis (interpretato da Jonathan Rhys-Meyers) con un discreto successo.
Tra
i primi a cimentarsi nel racconto della vita di Presley, ci fu un
giovanissimo John Carpenter
che nel 1979, esattamente un anno dopo Halloween
- La notte delle streghe, accettò la
proposta di girare Elvis - Il re del rock
trasmesso dalla rete televisiva ABC.
Sembrerebbe esserci uno strano legame tra il regista newyorkese ed
Elvis. John Carpenter, infatti, è anche il nome dell'ultimo
personaggio che Presley interpretò per il cinema nel film Change
of Habit (William A. Graham, 1969).
Fu
l'anno che segno la prima collaborazione tra Carpenter e quello che
poi diverrà il suo attore prediletto: Kurt
Russell (con cui lavorò per 1997:
fuga da New York, La
cosa e Essi vivono per citarne alcuni). Se in
America, l'opera diede modo al pubblico di conoscere uno dei registi
più talentuosi dell'epoca e riscosse un notevole successo, in Italia
questo biopic dedicato ad uno dei personaggi più grande di tutti i
tempi è una sorta di caso, oggetto di culto e di discussione per
tutti i fans del regista. Sicuramente non rispecchia i canoni
carpenteriani, l'autore stesso sembra quasi rinnegare l'opera.
Il film nasce come prodotto
televisivo dalla durata di 157', poi visto il successo ottenuto,
venne riadattato per il cinema in una versione da 119'.
La narrazione parte dal concerto
del 26 luglio 1969 a Las Vegas, dove troviamo Elvis perso nei suoi
pensieri, preoccupato per un ritorno sul palco dopo nove anni di
assenza. In Tv un giornalista evidenzia l'ascesa al successo dei
Beatles a discapito del re del rock. Elvis, preso dall'ira, preme il
grilletto e spara al televisore, distruggendolo in mille pezzi. E' da
qui che comincia la sua storia, andando indietro a suon di flashback
cominciando dal 1945, dove troviamo il piccolo Presley strimpellare
la sua chitarra e parlare con il fratellino gemello defunto.
La bussola di Carpenter sembra
orientata decisamente verso la parte più umana di Presley, in
particolar modo nei rapporti stretti con la madre prima (Shelley
Winters) e con la moglie Priscilla e Lisa Marie poi, a svantaggio
delle sue trasgressioni.
Nel complesso Carpenter compie
un buon lavoro nel tratteggiare i contrasti caratteriali di Elvis: la
dolcezza unita all'ingenuità, inserendo talvolta sfoghi improvvisi
e poco giustificati; la generosità verso le persone che amava
passando per la sua vita a Graceland, dimora che tutt'oggi è vista
come una sorta di Mecca dai suoi fans. Poi il periodo di leva e
quello trascorso sui set delle decine di film a cui ha preso parte,
da lui stesso considerati robaccia.
Il
pregio più grande del film è sicuramente l'interpretazione di Kurt
Russell, perfettamente calato nella parte, convincente e
coinvolgente. Russell (vincitore di un Emmy per la performance) si
preparò con grande meticolosità ad interpretare Presley,
studiandone tutto il materiale video e le canzoni, provando per oltre
150 ore il movimento del bacino che lo rese celebre. Diverse battute
di Elvis nel film provengono da dichiarazioni del cantante stesso, di
cui Russell studia a fondo anche il modo di parlare e le smorfie.
Ciononostante, l'attore non si occupò di cantare, doppiaggio che
venne affidato al cantante country Ronnie McDowell.
Nel
2001 nel film La
Rapina (3000 miles to Graceland, di
Demian
Lichtenstein),
Kurt Russell si ritrovò nuovamente a vestire i panni di Elvis
Presley.
La coppia di Grosso guaio a
Chinatown (Carpenter/Russell) è riuscita quindi, sin dal suo
primo incontro, a donarci un notevolissimo biopic capace di
soddisfare persino i fans più pretenziosi che, guardando il film,
scopriranno diverse rarità sul loro Re.
Mimmo Fuggetti